#pausacaffé - Europa, Google in posizione dominante e giornalismo

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Google, posizione dominante, estorsione, Europa, violazioni, querele, giornalismo, libertá di interpretazione, grande casino.

Da diversi mesi non posso aprire Google News che mi ritrovo innondato dalle novitá sulle sanzioni dell’Europa ai danni di Google (e altri). Come di certo ben saprete, l’Europa é all’apice della sua evoluzione tecnologica.

Il garante della Privacy Europeo é decisamente impegnato su piú fronti, tra guerre per la difesa dei diritti d’autore, protezione della privacy, abuso dei contenuti e chi piú ne ha piú ne metta.

Se da un lato sono felice del repentino cambiamento che sta evolvendo l’Europa, dall’altro non posso che immaginare la scorrettezza e i mezzi con cui la stessa sta raggiungendo i suoi obbiettivi:

  • Posizioni dominanti combattute dalle posizioni dominanti
  • Diritti d’autore calpestati dalle leggi per la protezione degli stessi
  • Sanzioni su leggi scritte su misura del caso

Insomma, stiamo raschiando il barattolo, stiamo dando un senso a ció che senso non puó avere.

Partiamo da una promessa, utilizzo prodotti e servizi Google, per lavoro e vita privata. Ci sono abituato, mi trovo bene e sono felice. Non mi piace come le aziende oggi creino un’impronta digitale della nostra persona ma lo accetto (approfondisci qui).

Oggi non parleró di Google in se ma di come l’Europa, una organizzazione dagli ideali trasparenti, faccia trasparire allarmismo e capitalismo.

Di recente é emersa la notizia che l’Europa sta applicando delle sanzioni a Google per abuso di posizione dominante.

Di cosa si tratta?

La posizione dominante é il caso in cui una azienda (in questo caso Google), viene messa in posizione di netto vantaggio confronto la concorrenza, questo grazie all’ottimo rapporto tra numero di prodotti/servizi, qualitá e clienti.

Spesso si sente un termine “minaccioso” e si crea allarmismo, si va in errore e si parla di complottismo, potere dei forti e.. paura.

Facendo un rapido esempio: Google é palesemente una potenza dominante, i suoi servizi sono ovunque, genera guadagno da qualsiasi azienda, sia direttamente che indirettamente. Questa situazione, all’utente medio, non fa ne caldo ne freddo, usando mezzi termini.

Il mercato, come qualsiasi altra cosa, é fatto di leggi permissive, meno permissive e restrittive. Quando io azienda creo un prodotto e lo metto nel mercato, entro in questo grande gioco economico e ne accetto le regole. Ora, il mercato non é infallibile, ci sono delle falle, é possibile raggirare i casi, agire diversamente dal sistema e arrivare legalmente ove non sarebbe permesso altrimenti. Per capire meglio, procediamo col caso Europa.

Il caso

L’Europa sta citando Google per posizione dominante, afferma che Google sfrutti tale posizione per raggiungere il maggior numero di clienti possibili.

Secondo l’organizzazione politica, Google utilizza mezzi proibiti dal mercato, quali:

  • Incentivi o comunemente le tanto citate “mazzette” (spesso in qualche mistico ragionamento, ricollegato all’estorsione)
  • Violazione delle licenze

  • Dipendenza da prodotti corelati

Quando la realtá sta in:

  • Pubblicitá/Sponsorizzazioni
  • Regolamenti imposti dalle licenze

L’Europa cita Google per il suo sistema operativo mobile, Android, secondo la quale obbligherebbe i produttori di dispositivi, ad offrire pre-installate le Gapps, ossia il pacchetto completo degli applicativi Google.

Facciamola semplice:

  • Android é di Google
  • Android é Open source e gratuito
  • Il Play Store é di Google
  • Il Play Store fa parte delle Gapps di Google
  • Le Gapps sono distribuite su licenza proprietaria

Il produttore di dispositivi puó offrire il suo smartphone con Android, puó installarci tutte le applicazioni che desidera, nel rispetto delle licenze (spesso applicazioni di altre aziende che pagano per far pre-installare sul dispositivo i loro prodoti).

Nel momento in cui il produttore decide di offrire il Play Store pre-installato sul suo dispositivo, deve installare tutte le Gapps (una versione minimale, le applicazioni fondamentali sostanzialmente). Il dover installare il pacchetto completo é dettato da Google che, in qualitá di autore e titolare dei diritti ha scelto questa politica.

Nessuno costringe le aziende ad utilizzare i prodotti Google, ci sono infinite alternative sul mercato.

Quindi perché le aziende vogliono i prodotti Google se vi sono alternative?

Perché l’utente vuole Google, l’utente é abituato ad utilizzare i prodotti Google e vorrá sempre i prodotti Google (salvo rare eccezioni). Il produttore crea il suo dispositivo in base alla domanda del mercato, se la domanda é Android+Google, il produttore dará al mercato Android+Google, accettando quelle che sono le regole imposte da Google stessa.

Perché se uno sviluppatore crea un software e lo distribuisce con una determinata licenza, esige che venga rispettata ma quando si parla di Google, l’Europa va sull’attenti e impone una sanzione?

Incentivi, le “mazzette”

Di certo un termine che ho sentito piú spesso sul fronte Microsoft ma che oggi l’allarmismo e l’ineficienza mediatica pone ovunque.

L’Europa in questo caso cita Google per l’utilizzo di incentivi. Ció che raccontano i media é: Google paga gli operatori telefonici per far trovare Google Search sui nuovi dispositivi.

Come al solito: allarmismo.

In termini comuni: pubblicitá.

Facciamo un esempio pratico: Dacia produce auto, LG dispositivi elettronici. Dacia produce la nuova Dacia Duster (molto bella a mio parere) e al suo interno, come navigatore di bordo, sceglie LG.

LG fra le cose, produce appunto navigatori. Nel tempo viene contattata da una azienda che propone il seguente accordo:

Inserisci la mia applicazione per la musica nel tuo navigatore e io ti pago.

Questa é pubblicitá. Ti pago per pubblicizzare il mio prodotto.

Quando Google contatta gli operatori telefonici (che spesso avviene anche in modo inverso), propone di far trovare ai loro clienti, Google Search come motore di ricerca pre-configurato, in cambio di un compenso.

In questo caso Google sta investendo soldi in pubblicitá o meglio in futuri nuovi clienti.

Incentivi e “mazzette” sono circa la stessa cosa, bisogna fare attenzione al contesto in cui si applicano. Se da un lato c’é un contesto legale, in cui una azienda é libera di far mercato, pubblicizzare i propri prodotti e raggiungere nuovi clienti, dall’altro troviamo un contesto illegale, vietato dal mercato (quello che in Italia spesso viene definito “mafiata”).

![](https://linuxhub.it/wordpress/wp-content/uploads/2018/07/pexels-photo-113885.jpeg)

Interpretazione e Giornalismo

La politica si sa, é complicata, ricca di termini incomprensibili. Ragionamenti spesso contorti e logiche astratte, ci vuole un briciolo di istruzione per capire di ció che si parla.

Nel mondo dell’informazione bisogna informare e bisogna farlo nel minor tempo possibile, spesso tralasciando quello che é il vero senso della notizia.

Noi comuni mortali ci informiamo nello stesso metodo comune: giornale, che sia online o cartaceo.

Quando l’Europa rilascia informazioni sulle sue sanzioni, i giornalisti/autori creano una loro variante, condita da un pizzico di allarmismo e complottismo, magari con qualche parola sconnessa o presa fuori contesto. Cosí la notizia é piú appetibile al pubblico.

Informarsi su un tema come quello delle sanzioni Europee, senza conoscere in parte di ció che si parla, ci porterá a pensare negativamente, senza comprendere realmente l’informazione.

Ho potuto leggere cose come:

La Commissione europea aveva formulato le sue accuse sul caso Android [..], aveva dimostrato come l’azienda (Google) obblighi i produttori di smartphone e tablet a pre-installare il Play Store, il quale puó essere scaricato solo attraverso Google Search, il quale a sua volta puó essere trovato solo con Google Chrome.

In pratica con questo schema Google si assicura che le due app siano pre-installate sulla maggioranza dei dispositivi venduti in Europa.

La Stampa.it

Il che ovviamente é una grandissima burla, il risultato di un giornalista ignorante che non sa minimamente quale sia l’argomento che sta trattando.

Il gioco in casa

L’Europa non é secondo me coerente, se da un lato dobbiamo essere grati del notevole lavoro soprattutto dal garante alla Privacy, dall’altro non possiamo chiudere gli occhi al vero problema: il gioco in casa.

L’organizzazione politica che gestisce il mercato ed i regolamenti europei, é la stessa che ora sta citando Google e altre aziende (anche di minor rilievo che ovviamente non vengono citate perché non ci piace la posizione dominante di Google ma tantomeno ci interessa delle PMI che vengono sanzionate dall’Europa ogni giorno).

L’Europa fa le leggi, fa il mercato, fa le sanzioni.

Non spiegheró nemmeno questo ultimo punto, lascio a voi le conclusioni.

Detto questo, non é altro che un mio pensiero di certo non per tutti condivisibile.

  • Mirko
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